I dati sul numero di “utenti” dell’internet, in tutto il mondo, sono imprecisi, poco attendibili e quasi sempre esagerati. Ma sembra credibile che il numero di persone online in Italia si possa collocare (secondo diversi criteri di frequenza d’uso) fra i 13 e i 18 milioni. Con una tendenza a crescere che da parecchi anni, e in particolare dal 1998, è continua nel tempo – ma dal 2001 è meno veloce.
Come sempre... ci sono stime discordanti. Tuttavia è interessante notare che le differenze sono meno accentuate oggi di quanto fossero alcuni anni fa. Questo può dipendere dal fatto che i metodi di ricerca sono migliorati con l’esperienza, ma è anche dovuto alla maggiore diffusione della rete – quindi non solo a una base statistica più ampia ma anche a una migliore capacità delle persone di definire il proprio comportamento.
Sono abbastanza vicine fra loro le rilevazioni di alcune fra le fonti più attendibili: fra 15 e 16 milioni di persone collegate “almeno una volta al mese” in base ai dati disponibili fino al maggio 2007. Una valutazione “allargata” a un uso meno frequente arriva a 17 milioni. Non hanno credibilità né significato alcune stime, incautamente diffuse, che arrivano a cifre balzane come 24 milioni. (Non è irrealistico affermare che più di venti milioni di persone in Italia “possono disporre” di un collegamento all’internet – ma, come vedremo più avanti, ciò non significa che lo usino).
L’analisi per categorie demografiche dimostra che, rispetto a cinque o sei anni fa, la situazione è sostanzialmente cambiata. L’internet in Italia non è ancora “per tutti”, ma non è più “per pochi” – e c’è una tendenza talvolta discontinua, ma solida e durevole, a un uso sempre più diffuso della rete.
L’evoluzione non è costante né omogenea. Per esempio nel 2001 (non solo in Italia) c’è stato un rallentamento – nel 2002-2003 si sono rilevati periodi di stasi, o anche di diminuzione, dei collegamenti alla rete, che non sono sempre riconducibili alle abituali oscillazioni stagionali. Sembra che dalla seconda metà del 2003 ci sia una nuova fase di crescita, meno veloce (in proporzione) che nel 1998-2000, ma con una tendenza di sviluppo più forte di qualsiasi altro strumento di informazione e comunicazione.