Il modo in cui i motori di ricerca interagiscono con i siti sta cambiando, grazie soprattutto ai dati strutturati.
Circa dieci anni fa, il tutto era molto diverso. C’erano ad a pagamento sulle prime posizioni e subito sotto le ricerche organiche. Niente di meno, niente di più.
Se fai una ricerca su Google oggi, potrai notare immagini, promozioni e risultati di ricerca molto più descrittivi con orari d’apertura, posizione sulla mappa e tanto altro.
Ciò che contraddistingue le ricerche odierne sono i fatidici dati strutturati.
Sostanzialmente, i dati strutturati riguardano tutta l’organizzazione dei dati che si presentano sui motori in modo sensato. Riempire gli spazi, compilare un documento e creare cartelle sono tutte forme di dati strutturati. Tuttavia, parlandone in termini di web design, la cosa si complica.
È uno stile di scrittura di codici che permette al tuo sito di far capire meglio a Google ciò che stai proponendo. Google processerà i tuoi dati strutturati e classificherài tuoi contenuti in “rich content” o “rich snippet”, se ben impostati.
Come accennato, questi contenuti riguardano immagini, orari d’apertura, orari di eventi, prezzi, istruzioni e altro. Google e gli altri motori di ricerca si evolvono di continuo e, allo stesso modo, dovrebbe evolversi il tuo sito, creando i fatidici dati strutturati.
Il concetto di semantica del web è correlato all’abilità dei motori di ricerca di trovare e organizzare i dati in modo che l’esperienza utente migliori.
Cercare qualcosa in passato significava inserire una parola chiave e basare solo ed esclusivamente la ricerca su quello.
Negli anni, insieme alle parole chiave è stato unito un certo senso semantico che ha permesso di abolire il “keyword stuffing” per posizionarsi ai primi posti e di dare rilevanza al senso del contenuto.
Ad esempio, se hai un sito che vende scarpe, non hai bisogno di riempire i contenuti con la parola “scarpe a basso prezzo”. La semantica del web considererà che tu hai foto di scarpe e potrà tener di conto anche della tua posizione, cosicché possa indirizzare il tuo sito verso utenti locali.
Un altro fattore che ha fatto progredire la semantica del web è schema.org. Ma cosa sarebbe? È semplicemente uno specifico set di tag che possono essere applicati su determinate sezioni del sito, utili per fare in modo che queste appaiano in primo piano sui risultati della SERP.
Questi tag vengono anche chiamati microdata e formano la base di ogni “schema” utilizzato. Potrebbe sembrare complicato inizialmente, ma non è poi così difficile implementare questa cosa all’interno del CMS di WordPress o Wix, ad esempio.
La risposta è sì, in particolare se desideri migliorare il tuo piazzamento sulla SERP e la tua visibilità online. I dati strutturati sono importanti non solo per i motori di ricerca, ma anche per i costruttori di siti web.
Organizzando un sito significa dare una struttura coerente al tutto e, quasi di conseguenza, questo donerà una certa reputazione a chi lo progetterà.
Ecco perché Google premia chi utilizza i dati strutturati in modo corretto. Google da infatti bonus come breadcrumb (immagini visuali che danno più risposte ad una domanda), un click-through-rate (CTR) migliore e, per farla in breve, maggiore visibilità.
Tra i dati strutturati più utilizzati si possono considerare la prevalenza per i business locali, le recensioni, gli eventi e i suoi orari, la visualizzazione di prezzi, articoli e video sui primi risultati.
Ma come inserire questi tipi di dati sul sito? Ci sono diversi modi per farlo e non hai nemmeno bisogno di dover imparare un complicato HTML.
Uno tra i tanti è il metodo JSON-LD (corrisponde a “JavaScript Object Notation for Linked Data”). Questo metodo permette di inviare informazioni ai motori di ricerca senza dover cambiare nessun codice HTML. Avrai comunque bisogno di minime capacità tecniche di JavaScript.
Un altro modo per inserire dati strutturati è utilizzare i plugin dei CMS come quello di WordPress, ad esempio. Può installare plugin di schema.org e rendere il processo di inserimento dati incredibilmente semplice.
Infine, potrai sfruttare Google Tag Manager. Cos’è? È un modo per aggiungere tag specifici per i contenuti che desideri. Da notare che questi sono semplici tag ma non appartengono a schema.org (potrebbero quindi risultare leggermente meno efficaci).
A questo punto potrai aver notato i benefici dei dati strutturati per migliorare la visibilità online e attrarre nuovi clienti, ma come capire più specificamente se la strategia sta funzionando? C’è bisogno di fare alcuni test. Se Google non “capisce” i dati strutturati che hai inserito, probabilmente c’è qualcosa che non va.
Ci sono alcuni problemi comuni che si presentano quando fai test sui dati strutturati. Uno tra i più facili in cui incappare sono gli errori, errori di battitura, errori di codici o di quant’altro possa compromettere i tuoi dati strutturati.
Gli avvertimenti sono un altro tipo di problema che si può presentare, anche se di minore portata. Ad esempio, ti potranno segnalare che l’immagine inserita è pesante e potrebbe rallentare il caricamento. Ad ogni modo, se l’immagine è cruciale e, in fin dei conti, non compromette niente, potrai lasciarla così come.
Fai comunque attenzione ad eventuali segnalazioni da parte dei CMS e fai un check periodico per capire se ci sono errori o meno.
Puoi anche usare alcuni tool di Google per testare i tuoi dati strutturati. Google infatti ha provveduta a fornire strumenti con cui poter analizzare il tutto, anche a posteriori della realizzazione del sito. È infatti sempre meglio controllare in seguito, in quanto fare test durante la fase di sviluppo è un processo mortale!
Un altro ottimo tool è quello di 3WhiteHats. Questo permette di testare il tuo sito e dirti cosa sta funzionando e cosa non sta ingranando come dovrebbe. A differenza di altri tool di testing, puoi utilizzarlo anche nella fase di sviluppo, se proprio vuoi.
Se hai aggiunto dati strutturati sul tuo sito e non stai ancora notando nessun rislutato, non temere. Ci sono alcune ragioni per le quali Google non ti ha ancora considerato.
I crawler possono non averlo ancora processato. Probabile che ci vogliano alcuni giorni prima di vederlo. Se non sai aspettare, basta che glielo invii tramite la Google Search Console.
Le immagini possono essere un motivo per la non classificazione sui motori. Le immagini hanno bisogno di seguire le linee guida di Google per diventare preponderanti. Devono rimanere tra 160x20 e 1920x1080, possibilmente in .jpg, .png o .gif.
Infine, Google può dare alcune penalità in base a certi comportamenti. Puoi contollare tutto sulla pagina delle linee guida di Google per quanto concerne i dati strutturati.