I problemi per la privacy che sorgono da internet (e non solo da internet, ma da tutti i gadget tecnologici che usiamo ormai comunemente) continuano a dettare scalpore. L’ultimo caso arriva dalla Spagna, dove Big G ha ricevuto una punizione, a dire il vero alquanto irrisoria visto il fatturato del colosso di Mountain View, ma che rappresenta il massimo della pena imponibile da parte dell’autorità che in Spagna vigila sulla privacy.
Si tratta di 900 mila euro di multa per la violazione della legge della maggiore delle nazioni della penisola iberica, entrata in vigore nel marzo scorso, dopo essere stata redatta nel gennaio 2012.
La Spagna rappresenta una delle tante nazioni (e non solo) ad essersi preoccupata per le gravi violazioni della privacy effettuata dalla corporation dopo la raccolta dei dati degli utenti e il relativo controllo incrociato. Ad emettere la sentenza è stata la Agencia Española de Protección de Datos (AEPD), la quale insieme alle autorità di Inghilterra, Francia, Olanda, Germania e Italia, ha indagato sull’operato di Big G.
L’autorità spiega "Google impiega in almeno 30 occasioni termini come potrà, potranno o è possibile, che insieme ad altre espressioni ambigue rendono la policy poco chiara”. Il garante spagnolo, prosegue spiegando come Google tratti i dati raccolti sia ad utenti autenticati che a quelli non autenticati, e agli utenti passivi, in modi che “vanno ampiamente oltre le aspettative ragionevoli dell'utente medio, che non è consapevole del carattere massivo e trasversale del trattamento dei suoi dati".
La sanzione imposta dal garante è la somma di tre violazioni per cui sono state comminate tre multe da 300.000 euro che, come dicevamo sopra, rappresenta la sanzione massima del garante spagnolo.
Big G, dal canto suo, non ha esitato nello spiegare di aver collaborato a pieno con l’autorità spagnola e di impegnarsi nel seguire la policy imposta per garantire un servizio migliore ai propri utenti. Sarà così?