Le landing page sono una della parti più importanti per una campagna di marketing online e un ottimo modo per rendere una pagina appetibile dopo che gli utenti hanno cliccato sul tuo ad. Sfortunatamente, anche se in rete sono presenti ottimi articoli al riguardo, non sempre i consigli forniti funzionano in ogni contesto. Sarà infatti un’impresa ardua capire come cominciare quando si costruisce una landing page.
Stai tirando a caso sperando che le cose vadano per il meglio? Oppure stai facendo del tuo meglio e apporti modifiche considerando l’andamento della situazione? Stai testando molteplici possibilità di landing page sin dal primo giorno che l’hai creata?
Anche se queste risultano opzioni fattibili, una landing page inadeguata può costar caro e non portare conversioni, semplicemente perché stiamo pensando troppo a risistemarla e a riaggiustarla di continuo. Per questo è sempre meglio avere le idee chiare e creare un’ottima landing page sin dall’inizio.
In questo articolo andremo ad indicare 15 domande che ogni web marketer dovrebbe farsi prima di pubblicare una landing page. Se riesci a rispondere positivamente a tutte le domande, la tua landing page non sarà comunque perfetta, ma dovrebbe portare ottimi risultati.
Un ad crea delle aspettative. Se stiamo pubblicizzando un servizio specifico, ma la landing page parla di tutt’altro, si crea ovviamente confusione e questo non porta sicuramente a nuovi traffici. Per questo motivo, l’ad dev’essere coerente con la landing page che apparirà.
Nella sostanza, la transizione tra l’ad e la landing page dev’essere il più scorrevole possibile, tenendo minima la distanza tra le due cose e rendendole il più coerenti possibile.
Uno dei modi più facili per dare un senso al collegamento tra l’ad e la landing page è creare un buon titolo. Il titolo è la prima cosa che il visitatore guarda appena entrato, risultando la prima idea che un utente si farà sull’impresa. Importante è tener di conto che l’obiettivo è cercare di consolidare rapporti ed è quindi necessario risultare chiari e diretti su ciò che si offre, convincendo l’utente a cliccare sull’ad, magari grazie ad una frase autentica e d’impatto.
Titoli e sottotitoli devono dar valore a ciò che si propone. Dopotutto, se si desidera consolidare i rapporti con le persone che visitano il sito, si ha bisogno di dargli una ragione per rimanere e considerare le offerte proposte. Il miglior modo per farlo è concentrarsi sul titolo e il sottotitolo, illustrando le offerte di cui si dispone. Naturalmente, è sempre meglio utilizzare titoli originali e che rispecchiano la propria realtà aziendale invece di frasi generiche e spoglie.
Il punto focale di una landing page è quello di far passare gli utenti da un iniziale interesse ad una vera e propria azione. Per questa ragione, le landing page tendono a funzionare maggiormente se si rende lo step successivo naturale e conseguente alle azioni precedenti. In alcuni casi, si può porre la CTA sulla above the fold e proporre un servizio diretto, in altri casi invece può funzionare come una sorta di “per informazioni ulteriori”, così da introdurre gli utenti verso le proprie attività aziendali.
Inoltre, è sempre meglio creare delle CTA con design accattivanti (colori contrastanti, caratteri particolari, posizione insolita, etc.). Tuttavia, fondamentale è rendere gli step scorrevoli, così da accompagnare l’utente verso l’obiettivo senza particolari intralci.
Le CTA funzionali hanno bisogno di un minimo d’investimento e, come ogni investimento, si avrà un certo rischio. Detto questo, se si desidera ottenere le informazioni di contatto dei visitatori, si ha bisogno di chiarificare cosa si dà in cambio. In qualunque punto si trovi, la CTA dev’esser chiara e spiegare ciò che può dare in cambio. Sarà proprio questo “scambio” tra impresa e cliente che motiverà quest’ultimo a fare ciò che si desideri che faccia.
A differenza di una home page, si è a coscienza del perché gli utenti sono su una landing page e perché ci sono arrivati. Di conseguenza, questi ultimi ricevono il contenuto di cui hanno bisogno e non devono assolutamente esser direzionati da un’altra parte. I link obsoleti rischiano di distrarre il visitatore da ciò che dovrebbe effettivamente fare. Sarà quindi necessario togliere i link superflui e pensare solamente ad una cosa: generare conversioni.
Anche se spesso si tende a voler comunicare tutte le proprie informazioni aziendali al cliente, il troppo stroppia. Troppe immagini o troppe informazioni distraggono i potenziali clienti. È fondamentale non dimenticarsi che la landing page è il primo passo verso la conversione di un utente. Se gli elementi presenti sulla pagina non sono poi così importanti per i visitatori, probabilmente non se ne ha bisogno.
Uno fra gli errori più comuni che commettono molte aziende è quello di proporre contenuti in cui sfoggiano le proprie capacità e grandezze, ma questo non importa ai visitatori, bensì è bene proporre servizi che interessano a loro.
Di conseguenza, invece di concentrarsi sul perché la propria azienda è grandiosa, è preferibile capire come i propri servizi possono aiutare i clienti. Come possono cambiare le loro vite? Quale valore acquisiscono dall’impresa? Se si riesce a dare questo tipo di risposte, si avranno maggiori possibilità di conversione.
I giusti testimonial sono incredibilmente convincenti. Testimonial irrilevanti daranno una scarsa credibilità all’azienda. Questo si applica non solo sulla landing page, ma anche sugli ad e su siti di terzi in cui è presente la propria azienda.
Sulla landing page si avrà il vantaggio di scegliere quali tipi di testimonial utilizzare. I clienti sanno che siamo noi a decidere chi ci pubblicizzerà e per questo motivo la scelta dev’essere azzeccata. Un buon testimonial è specifico, concreto e arriva da una fonte verificabile e soprattutto affiabile.
Come specificato in precedenza, un campo come la CTA rappresenta un rischio per i nuovi utenti. Meno richieste si proporrà, meno rischio ci sarà. Se non si ha bisogno d’informazioni ulteriori rispetto a quelle che già si ricevono, meglio non rischiare!
Il titolo della pagina può sembrare una cosa semplice, ma il cervello è progettato per associare l’inconsistenza con il pericolo. Molti siti con una landing page adeguata hanno un titolo di pagina ben preciso, così che i visitatori possono dare un’identità all’azienda che stanno visitando.
Idealmente, leggendo la landing page si dovrebbe offrire un’esperienza leggera e scorrevole. Se qualcuno deve pensare a come “decifrare” una frase mal composta o una parola scritta male, l’utente comincerà a porsi delle domande e, di conseguenza, potranno abbandonare più facilmente la landing page, in quanto risulterà pesante.
Anche se la composizione della landing page è tuttavia semplice, l’attività di proofreading (specialmente se fatta da terzi) è necessaria e non va sottovalutata, considerando che può migliorare le prestazioni e aumentare conseguentemente il traffico. Meno gli utenti pensano mentre leggono i contenuti, più possibilità si hanno di generare conversioni.
Naturalmente, se la pagina in questione è attraente ma i visitatori non possono arrivare al dunque, sarà tutto fumo e niente arrosto. Ogni volta che si cambia un bottone o un altro elemento interattivo, è opportuno testarlo di nuovo per renderlo funzionante. Assicurarsi che tutta l’interattività della landing page funzioni è un must.
In questi ultimi tempi, scommettere sull’interfaccia mobile è senz’altro di buon auspicio. Può essere arduo organizzare un’interfaccia mobile, ma oggi è l’interfaccia dominante e la visualizzazione tramite dispositivi mobili è sempre più in crescita.
Più che gli utenti si addentrano nel proprio marketing aziendale, più si chiederanno “questo fa per me?”. In altre parole, i visitatori cercheranno servizi che soddisfano ciò che vorranno e ciò di cui avranno bisogno. Se si riesce a convincere gli utenti che quello che si propone fa al loro caso, sarà dura non farli convertire.
Non è senz’altro facile rendere l’idea sulla prima pagina, considerando che non si ha sempre una chiara prospettiva e quali sono le motivazioni che ci hanno spinto fin qua. Tuttavia, una landing page è differente, dato che si può controllare chi guarda la propria pagina. Solo le persone che saranno veramente interessate ai messaggi pubblicitari accederanno poi alla landing page. Per questo è opportuno creare un’esperienza adatta per gli utenti che andranno a cliccare sugli ad.