La tecnologia vocale sta cambiando le regole dell'e-commerce e dell'esperienza dei clienti. Dal 2020, si stima che il 30% delle ricerche digitali verranno effettuate senza tastiera e persino senza schermo. I clienti parleranno ai loro dispositivi, evitando così di scrollare fra le informazioni ed i risultati.
I dispositivi verranno quindi “potenziati” dai comandi vocali che permetteranno agli utenti di pronunciare moltissime combinazioni di frasi per rispondere alle loro domande, effettuare compere e persino ordinare una cena take-away.
Potrebbe sembrare una scena di Star Trek, ma oramai il riconoscimento vocale sta prendendo sempre più piede e molti sono i brand che investono in tale esperienza.
In banche che possiedono tecnologie vocali aggiornate e avanzate, è possibile evitare di fornire i PIN di continuo grazie alla tecnologia vocale. Pronunciando le giuste frasi, si può riuscire inoltre a non venir spostati da un operatore all'altro.
L’app della banca spagnola di Santander, ad esempio, permette all’utente di fare il log in e dare un semplice comando vocale come “Paga Juan 50€ Domani”. L’app in questione comunicherà il tutto alla banca e il pagamento verrà effettuato.
È possibile anche chiedere informazioni sull’ultima transazione avvenuta e segnalare che si ha perso una carta. Un altro esempio di applicazione tecnologica dei comandi vocali è la banca svedese Swedbank. Swedbank ha ingaggiato “Nina”, un assistente virtuale intelligente che risponde a domande effettuate all’interno del sito nel modo più colloquiale possibile. Anche aziende come HSBC, Barclays, Citi e Manulife usano biometriche per le emissioni vocali per validare la propria identità quando si chiama.
Considerando gli ultimi eventi in questo campo, la propria voce sta effettivamente sostituendo la password. Questo andrà ad eliminare attese e blocchi di vario tipo, sia per quanto riguarda l’esperienza di navigazione sia per verificare i dati e per spiegare nel modo più chiaro possibile di cosa si ha bisogno.
Sembra anche che lo scrolling all’interno dei siti stia per tramontare, considerando che la voce sta prendendo priorità sulla tastiera ed anche sull’interfaccia rappresentata sugli schermi.
Hilton ha recentemente creato, insieme a IBM, un portale chiamato “Connie”. Nello specifico, Connie è una sorta di portiere digitale che risponde a domande di clienti come “dov’è l’aula magna?” oppure “a che ora è il buffet?”. Al Henn Na Hotel di Nagasaki è persino possibile trovare una reception controllata da un robot che usufruisce del riconoscimento vocale e facciale per fare il check-in. Tali robot sono capaci di tradurre varie lingue ed hanno una conoscenza enciclopedica dell’area circostante.
È opportuno considerare che l’industria del tempo libero è concepita interamente per coccolare e rendere il cliente confortevole ad ogni ora del giorno e per questo motivo le tecnologie vocali possono agevolare l’esperienza dei turisti, in quanto possono personalizzare e agire autonomamente durante l’organizzazione ed il periodo di vacanza.
Whirpool ha riunito un team insieme ad Alexa per progettare apparecchi con tecnologia vocale. Con tali apparecchi si ha la possibilità di chiedere ad un forno di riscaldare un cibo e, di conseguenza, il forno vi segnalerà quando sarà pronto. Amazon, invece, è in competizione con Google Assistant per fornire la migliore esperienza vocale tramite smartphone.
Inoltre, la compagnia giapponese Gatebox ha creato una sorta di personaggio olografico basato sui disegni anime giapponesi che riconosce i comandi vocali. Tale personaggio potrà farvi alzare dal letto, ricordarvi di prendere l’ombrello perché sta piovendo e porre la temperatura adeguata con il proprio riscaldamento.
Fino ad oggi, la tecnologia vocale e internet in linea generale hanno promesso un’esperienza sempre migliore e sempre più agevolata per ogni tipo di utente. La propria casa è ritenuta accogliente per ciò che è familiare e personale. Questo è il punto di partenza delle nuove tecnologie vocali, ovvero riuscire a rendere l’esperienza digitale il più familiare possibile.
È quindi palese che gran parte dei brand (digitali e non) stanno investendo parecchio nella tecnologia vocale. Considerando un sondaggio effettuato da eMarketer, il 30% delle aziende stanno usando soluzioni vocali per gran parte delle loro attività.
La priorità della tecnologia vocale è oramai alle porte e le aziende necessitano di capire come poter gestire questo cambiamento, rendendo la comunicazione digitale effettiva anche senza tastiera e schermi. Sembra che i comandi vocali riescano a risolvere domande più approfondite e dettagliate che altrimenti gli utenti non sarebbero stati in grado di formulare.