Sia chiaro, questo non vuole essere un post strumentalizzato o strumentalizzabile, ma solo un libero sfogo di chi lavora da tanti anni nel mondo del Web, come probabilmente anche te che stai leggendo.
Forse hai già avuto modo di sapere che nei giorni scorsi il deputato del PD Francesco Boccia, presidente della Commissione Bilancio della Camera, è entrato nell’ordine di idee di proporre un emendamento alla legge di stabilità dopo il disegno di legge a tal riguardo presentato ad ottobre.
La nuova tassa prende il nome di Google Tax, ed è pensata per ostacolare le aziende che vendono servizi in Italia ma hanno una sede all’estero: solo chi ha la Partita IVA regolarmente registrata nel nostro Paese potrà operare nel nostro mercato. Secondo Boccia grazie a questa tassa dovrebbe arrivare un gettito di imposte pari a un miliardo di euro in grado di risollevare le casse dello Stato.
La Google Tax è stata ampiamente criticata da molti economisti ed esperti del settore e anche da noi. Sia chiaro, la critica non è dovuta al fatto che vogliamo eludere in alcuna maniera le tasse italiane. Ma questa tassa è anacronistica e arriva in un regime di libero mercato come quello europeo. Come scrive anche Guido Scorza su “Il fatto quotidiano”, la Google Tax è illegittima, perché “in aperto contrasto con i principi di Diritto Europeo”. Procedere alla legalizzazione di questa materia, quindi, non sta al legislatore italiano, ma è frutto di un quesito da sottoporre in Commissione Europea.
Inoltre, la tassa è dannosa, come afferma il giornalista. Il mondo del web non è un salvadanaio da cui attingere, è un territorio ancora quasi inesplorato sotto il profilo legislativo, e soprattutto è un territorio globale. In Italia ancora non è sfruttato a dovere, si tratta di un mercato che non va ta(rta)ssato, ma va aiutato per cercare di superare la crisi economica implementando le possibilità di chi vuole investire in questo settore, e non bloccare le frontiere virtuali di accesso a chi vuole offrire posti di lavoro e nuovi introiti, come sembra voler fare (anche) in questo settore la nostra politica.
Come dice lo stesso relatore della Legge di Stabilità al Senato, Giorgio Santini, con questa tassa “c’è il rischio di andare a incidere negativamente su questo settore”.